19 Giugno 2020

Progetto “Aretè. Acqua in rete”

Oggi vi invitiamo a scoprire un progetto di cui Est Sesia è partner.
Il progetto Aretè: Acqua in rete.

Aretè per i greci significava virtù: “ciò che rende la vita umana degna di essere vissuta, ricca di significato ed esempio per gli altri”. Questo nome riassume l’obiettivo generale: accrescere il valore ecologico di zone già tutelate, rafforzandone il ruolo di aree sorgente di biodiversità ed esportando le esperienze più virtuose.
L’area in cui si sviluppa il progetto Aretè è molto vasta ed eterogenea: include un’ampia fascia di territorio tra Piemonte e Lombardia che ha come fulcro la Valle del Ticino e si irradia verso nord-est nella zona delle Colline Novaresi, verso sud interessando la Lomellina nella Zona di Protezione Speciale “Risaie della Lomellina” e verso ovest nell’area dell’Alto Milanese.

Tale progetto si propone di migliorare la qualità degli ambienti naturali e agricoli; coinvolge tre aspetti strettamente collegati, che insieme contribuiscono a creare ambienti naturali vitali e ricchi di biodiversità:

  1. Le aree boscate. I boschi della Valle del Ticino e di alcune zone della Lomellina rappresentano un’eccellenza territoriale. Il progetto Areté prevede interventi di restauro forestale, con la rimozione delle infestanti e rinfoltimenti con piantumazioni di alberi e arbusti autoctoni, allo scopo di ricostituire, per quanto possibile, la vegetazione forestale originaria caratteristica dell’area. Tra le specie interessate dalla reintroduzione troviamo ad esempio la farnia, il ciliegio selvatico e la sanguinella.
  2. Gli agro ecosistemi. Marcite, prati sommersi, aree erbose a fioritura prolungata, macchie arbustive nella campagna, sono interventi che contribuiscono a rendere più ospitali le aree agricole, con il valore aggiunto costituito dalle sinergie che si instaurano fra enti pubblici, aziende agricole e consorzi di irrigazione. In questo contesto la disponibilità d’acqua costituisce una innovazione che è necessario sperimentare sia per gli aspetti naturali che per quelli agronomici; questo aspetto “copia il passato”, adattandolo ai giorni nostri con l’obiettivo di incrementare la biodiversità nelle campagne.
  3. Il reticolo irriguo. I cambiamenti climatici e la desertificazione rendono evidente la necessità di ottimizzare la gestione della risorsa idrica e di ridurre gli sprechi. Gli interventi previsti sul reticolo consentiranno di migliorare la distribuzione dell’acqua, consentendo un approvvigionamento idrico più omogeneo e una migliore alimentazione delle falde delle aree agricole interessate. Ma i benefici generati andranno oltre, con la creazione di aree umide, la riqualificazione delle sponde per creare ambienti adatti alla fauna e alla flora locale, l’incremento delle superfici gestite a marcita o prato allagato, la riqualificazione di boschi.

Nello specifico il progetto si pone i seguenti traguardi:

  • Mettere a sistema studi e progetti relativi ai nostri territori d’intervento, in modo da mappare in maniera efficace  tutte le criticità;
  • Individuare soluzioni operative, cercando di mantenere equilibrio tra le diverse esigenze – economiche, sociali, naturalistiche – espresse dalla realtà locale;
  • Assicurare alla comunità uno sviluppo eco-compatibile ed un ambiente vivibile, sforzo necessario in un contesto globale caratterizzato da rapida urbanizzazione ed eccessivo consumo energetico, considerati fattori scatenanti dei cambiamenti climatici;
  • Promuovere lo scambio e la divulgazione di conoscenze sui problemi ambientali e lo sviluppo sostenibile.

Il progetto è supportato dalla Fondazione Cariplo ed è realizzato da una squadra di partner.

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